Su tutto il percorso del trek ritroviamo testimonianze della presenza di tre nazioni che allora erano confinanti, Italia, Austria e Svizzera, le prime due in conflitto fra loro e la terza che, dichiarandosi neutrale, svolse una funzione soprattutto di osservazione e difesa dei propri confini. Gli eserciti di queste nazioni erano formati non da semplici militari ma da grandi alpinisti e amanti della montagna che non temevano zone scoscese, innevate e proibitive.
Anche per questo motivo i combattimenti in Alta Valtellina sono meglio conosciuti col nome di Guerra Bianca, gli scontri fra truppe nemiche avvennero ad altezze medie superiori ai 3000 mt e su cime molto vicine ai 4000 mt; grandi ghiacciai, creste impervie, crepacci, temperature basse fecero da cornice per parecchio tempo alla vita di molti soldati-alpinisti.
Il trekking sul Sentiero della Pace è un trekking che non ricalca i passaggi impervi percorsi dai Soldati-Alpinisti e tanto meno passa su ghiacciaio, ma si prefigge di poter ammirare le cime che contornano queste valli.
La Baita del Pastore e la Capanna Milano (attuale Rif. V Alpini) in Val Zebrù sono le postazioni dove si concentravano la difesa e la vigilanza dalla Punta degli Spiriti fino al Gran Zebrù.
Tappa dopo tappa, durante tutto il trekking, ci s’imbatte in testimonianze concrete dei manufatti abilmente realizzati da soldati e volontari: camionabili, mulattiere e sentieri idonei a un trasporto più agevole dal fondovalle di viveri e armi, piazzole di artiglieria, trincee, grotte e caserme, (basi per coordinare gli attacchi e ricoveri delle truppe durante gli arretramenti), appostamenti con scalinate in pietra straordinari.
Oltre ad ammirare i manufatti di entrambi gli eserciti, sia quello italiano sia quello austro-ungarico e rivivere gli ambienti della storia, talvolta è possibile imbattersi in ritrovamenti di piccole suppellettili e reperti testimonianza del passaggio dei soldati.